giovedì 30 gennaio 2014

A Londra un locale tutto "italiano" (purtroppo)...il Bunga Bunga!

No ragazzi davvero. Non si tratta esattamente di una notizia fresca, è di un paio d'anni fa.
Ma sono senza parole. Divisa tra ilarità e giusto un pizzico di vergogna. Massì, forse è meglio riderci su a questo punto...ehm...dicevo, se passeggiate per Londra in  Battersea Bridge Road ad un certo punto vi imbattete in questo posto:


che è esattamente quello che sembra. Ossia un locale dedicato a quella tanto conclamata, usurata, rimpallata espressione che tutti noi conosciamo (purtroppo) e che c'è stata (a noi TUTTI italiani) cucita addosso in molti Paesi europei e non: il BUNGA BUNGA (che ci terrei a specificare viene usato originariamente, "in particolare nella letteratura aborigena e nella manualistica botanica, prevalentemente come toponimo dell'Australia o come usanza aborigena della stessa nazione" cit Wikipedia). In questo particolare caso il termine viene usato a mo' d'espressione allegorica per indicare il "Ristorante italiano" in questione.
State ridendo? O siete incerti anche voi?
Non entro nei dettagli, vi basti visionare alcune foto delle amenità presenti sul sito ufficiale e nel locale stesso:



Ma poi...li vedete i ragazzi vestiti da gondolieri? Dai, almeno i due proprietari inglesi hanno deciso di omaggiare indiscriminatamente Nord e Sud Italia.
Ora che mi sono ripresa credo che un salto lo farò di sicuro e brinderò all'oramai esigua e deturpata "dignità italiana" che ci rimane. E ovviamente voglio l'autografo dei due proprietari, Charlie Gilkes e Ducan Stirling, che dimostrando humor e sano spirito imprenditoriale, interrogano da quel di Londra le nostre (forse un po' sopite) coscienze politiche (nel senso ampio del termine).
Ribbit-ribbit.

martedì 28 gennaio 2014

Un locale che a Londra mancava...ZIFERBLAT !

Ieri la mia sorellina mi ha gentilmente inoltrato un link in cui si parla della recente apertura a Londra di un locale tutto particolare....gli ideatori hanno avuto la geniale folgorazione di porsi la domanda "E se mettessimo a disposizione di tutti uno spazio dove ci si possa ritrovare per una chiaccherata, un caffè o anche solo un'oretta di lettura in solitaria?" Ovviamente per detto spazio si paga una piccola somma oraria (circa euro 2.20 che per i prezzi di Londra direi che è più che conveniente), altrimenti il discorso non reggerebbe!
Sul sito che ho consultato viene descritto come un posto in cui mangiare e bere gratis pagando per "l'affitto" del locale...in realtà, visitando il sito si capisce che lo scopo del progetto va oltre la dimensione culinaria (e al risparmio) della faccenda ma vuole essere più una specie di "esperimento sociale" che, anche se ovviamente integrato in una dimensione di profitto, trovo personalmente curioso. Il concetto che vi sta alla base potrebbe essere potenzialmente applicato ad altri tipi di contesti...basterebbe abituarsi un po' all'idea di una prospettiva aggregativa un po' diversa dal solito :D

Ecco alcune foto prese dal sito ufficiale:





 Bello no?? Pare che l'idea funzioni dato che quella di Londra è in effetti la decima apertura....anche se la prima in Europa! L' idea infatti l'hanno avuta in Russia. Un salto, quando sarò a Londra, lo farò di sicuro!Vi farò sapere...


domenica 26 gennaio 2014

I really can't wait

London I'm comiiiing...I can't wait to reach you..

Ciao blog,
eccomi di nuovo in quel di Venezia dopo il week-end Vicentino. Ad aspettarmi le due belve. Ebbene sì, sono colpevole, ho ben due felini nani che girano per casa (simpaticerrimi loro).
Oggi in stazione a Vicenza m'è capitata una cosa "curiosissima". Sono stata avvicinata da una signora lettone che parlando un simpatico e stentatissimo italiano mi ha subissata di una serie infinite di domande (ho afferreto il senso di circa la metà del tutto) sul perchè in Italia non funzioni nulla, perchè la toilette in stazione è così lontana ecc. Devo ammetterlo dolorosamente, la cosa mi ha un filino infastidita dato che a un certo punto si è messa ad additare le persone di colore facendo smorfie atroci. Cioè capito. Una simpatica signora lettone razzista di brutto. Anche se amante dei cinesi...chi c'è meglio dei cinesi?Loro lavorano, non chiedono elemosina come i nxxxxi...che poi...a Vicenza non è mai successo che una persona di colore mi chiedesse soldi. Mah. Comunque, la simpatica signora mi si è seduta vicino in treno, al che mi sono infilate le cuffie nelle orecchie e mi sono sintonizzata sui podcasts di John Peter Sloan (mitico) a manetta (o diciamo il volume giusto per poter fare la gnorri senza troppa infamia). Nel frattempo lei è riuscita ovviamente a litigare con il capotreno(in Italia non avete avvisi di suoni per stranieri Italia non è Europa, non è Europa) che le ha provocato una crisi di pianto (scusa signora, fa a me, ma sono sensibile. Sì davvero, ha detto SENSIBILE).
Per carità poi alla fine ha salutato e ringraziato...ma mi ha lasciato sulla faccia un sorriso un po' amaro.

Non vedo davvero e sempre più l'ora di partire. Di vedere come se la cavano i nostri colleghi europei. Va veramente così male dappertutto??
E quale condizione pre-partenza migliore di quella in cui mi trovo ora? L'etichetta di neo-laureata mi fa un ridere che non vi dico. Ma tutto sommato non mi dispiace.



Questa sono io un secondo prima di sedermi a discutere.
Hihihihihihi.



sabato 25 gennaio 2014

Ho sempre nutrito un sorta di diffidenza istintiva verso gli strumenti di comunicazione offerti dalle "nuove" tecnologie. Forse perchè un po' mi spaventa il loro potenziale alienante....ho quest'immagine ricorrente di me, richiusa in uno sgabuzzino buio con la faccia illuminata dalla luce di uno schermo tutta presa a vivere la mia vita virtuale. Terrore puro;) forse perchè di fronte a certe tipologie di "dipendenze" mi sento debole...so che ci cascherei in pieno? Può essere. Non saprei.
Ovviamente un po' alla volta ho "ceduto". Oggi vanto uno scarno account FB, WA (ovviamente Skype, Spotify, ITunes...)...
Cosa mancava all'appello??Ovviamente un immancabile BLOG.
Mi prende bene l'idea. Un modo relativamente anonimo di tenere un diario potenzialmente pubblico (combattiamo un po' sto cavolo di senso di riservatezza che mi trascino da sempre). O almeno io me la vivo così.
Mi piace scrivere, lo trovo rilassante e liberatorio. Altro punto a favore del mio alter ego blogger.
Un blog ti può aiutare a tenere "il filo". Essendo una ragazza vicentina in procinto di espatriare in quel di Londra (come metà della popolazione italiana sembra) per i prossimi sei mesi, un blog potrà aiutarmi a tenermi un po' in equilibrio...quell'equilibrio che nei viaggi lunghi e in solitaria facilmente tende un po' ad andare in malora.
Perciò grazie blog!!Grazie tecnologia! Sapevo che qualcosa di buono (più d'una in realtà) alla fine ne sarebbe uscita.Ribbit-Ribbit.